Siamo ordunque approdati alla cara, vecchia, amena e ridente Danimarca, patria dei biscotti al burro e dei mattoncini colorati di cui non ricordo il nome. Vedendo le architetture civili si comprende perché, appunto, i mattoncini siano nati qui.
Altra galoppata terrificante sotto al sole, con simpaticissimi lavori in corso lunghi circa 500 chilometri: praticamente un’infinita Salerno-Reggio Calabria nordica. Comunque da impazzire: spero almeno di essere dimagrito, almeno un po’.
Solito panorama ristretto all’asfalto, unico diversivo la speculazione sugli autogrill teutonici: degni di nota un tornello per accedere ai gabinetti al modico costo di 0,70 cent. e rilascio di un voucher da 0,50 valido quale sconto sul caffé; in Italia di solito ci si sorbisce la tazzina per usare il bagno, in Germania se vai in bagno poi decidi di prendere un caffé… idea interessante, come sempre partorita da altri (il caffe’ notoriamente e’ una specialita’ germanica). Ah, si puo’ anche pagare con la carta di credito: se hai la diarrea, puoi cosi’ sfruttare una sorta di telepass… vedere la foto per credere.
Ho anche trovato un’altalena e provato l’irrefrenabile tentazione di montarci… chissà perché.
Nota: il nord della Germania pullula di pale eoliche e aree fotovoltaiche. Pullula, nel senso che ne ho contate decine. Questi sono avanti anni-luce: il primo che mi dice che ci strozzano economicamente solo speculando finanziariamente lo strangolo.
Danimarca, dicevamo… spettacolare… e il ponte di Belt (il primo che si incontra, venendo da Kiel) con il sole e i gabbiani che ti affiancano e’ un’esperienza quasi mistica. Torni alla realtà sotto la prima folata di vento, che sulla campata significa una randellata nei fianchi lunga un quarto d’ora e moto inclinata per rimanere stabili.
Entusiasmo alle stelle, pari solo alla stanchezza. Ci sentiamo domani sera, dalla patria delle polpette IKEA.
Baci a tutti, in particolare a quei quattro a cui penso sempre e che mi accompagnano in ogni metro percorso.