Siamo tornati sul continente, per far tappa nella città più famosa tra i rivestimenti per divano.
Questa mattina, il sacrificio del bacon dedicato ad Odino ha permesso che gli auspici fossero magnanimi, concedendoci condizioni climatiche migliori… rispetto al cataclisma di ieri. Il baghino è vittima gradita anche agli dei: questo noi lo sapevamo.
“Soliti” panorami mozzafiato e stupore improvviso per la madre di tutte le gru (meglio nota come “ta n’avré l’impalcatura, Callaghan“), impiegata nella realizzazione di un ponte immaginifico – come sempre – che collegherà Narvik attraversando il fiordo. Inutile dirlo: qui si pagano tasse altissime, le pagano tutti coscientemente e nessuno ci mangia. E così il paese presenta infrastrutture spaventose (le Isole Lofoten, numerose e spesso microscopiche, sono tutte collegate da ponti o tunnel).
Arrivati a ora discreta, ne abbiamo approfittato per vedere il bellissimo “Krigsmuseum” (Museo della Guerra), dedicato alla Battaglia di Narvik – prima sconfitta di Hitler, nel 1940 – e idealmente rivolto a tutte le Resistenze; la frase con cui viene presentato è illuminante: “Per costruire la pace, dobbiamo prima comprendere la guerra”. Completamente restaurato e inaugurato lo scorso 7 luglio, è stata una bellissima sorpresa e ha confermato che “gli altri” (purtroppo) sanno organizzare splendidamente le rassegne e i contesti, alternando in modo equilibrato e comprensibile concetti, materialità e tecnologia.Ma i colleghi e i curatori italiani mettono mai il naso fuori di casa?
Domani si va ad Alta, ad un ‘tiro di schioppo‘ dalla meta.