Domandona di geografia: secondo voi, uscendo dallo spettacolare ponte Øresund e toccando, quindi, il regale suolo svedese, quale e’ la prima cosa che si staglia all’orizzonte? No, non e’ il naso di Ibrahimovic… ma il classico luogo comune che alberga i nostri terrificanti week end e annichilisce la capienza dei bauli delle nostre auto. Ebbene si. Un po’ come se uno straniero, superato il confine delle alpi, si trovasse davanti a una pizzeria o a un concerto di mandolini. Terribile.
Comunque… VOI credevate di avere auto a prova di mobilificio take/away! Non avevate mai visto il carretto qui puntualmente documentato: il sogno proibito di ogni bricoleur.
Superando i numerosi caselli, a ogni svincolo ho ripetuto quei bellissimi suoni nordici che fanno tanto Emil o Vicky il Vikingo – solo i bambini attempati capiranno – e ho raggiunto una salda certezza: non sono i mobili a possedere nomi di citta’, ma esiste un regio decreto che impone ai municipi di assegnare la toponomastica in accordo con i designer IKEA.
Ecco, comunque, dopo il solito, terribile caldo (le prime pagine dei giornali locali sostengono che i +28 di ieri siano un record assoluto) e’ arrivata la pioggia… meglio, una specie di tempesta di mezz’ora ma con gocce da litro che mi hanno inondato. Comunque dovevo (finalmente) lavare i capi che indossavo, e’ bastato infilarsi in doccia e aggiungere sapone.
Tappa nella citta’ natale della SAAB (chi ha seguito il panorama automobilistico tra i Settanta e gli Ottanta sa di cosa parlo), domani speriamo di riuscire a dare una sbirciata al museo storico.
Buona strada!